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lunedì 25 giugno 2012

Amore vuol dire libertà







Ho trascorso un fine settimana rilassante perché ne avevo davvero bisogno. Così me ne sono andata in un agriturismo sulle colline pisane: 2km di strada sterrata tra campi di grano e viti rigogliose.
Ad accogliermi una villa toscana con una piscina immersa nel verde, silenzio rotto solo dalle cicale di giorno e dai grilli di notte.
Pace, tranquillità, aria pulita, il tutto lontano dallo smog e dal traffico cittadino. Insomma, un oasi paradisiaca in cui ho rilassato la mente e calmato il corpo.
Il padrone della villa, un signore sui settant’anni (affascinato dai tatuaggi del mio fidanzato) gestisce l’agriturismo con moglie e figlia, una signorina non troppo di bell’aspetto, cicciottella  dal sorriso facile e dall’aria fiera, sempre in movimento, strizzata da improbabili costumi da bagno e da parei a fiori. Con lei, il fidanzato magro ed emaciato, che sembrava più il suo maggiordomo che il suo “moroso” (come lo chiamava lei, essendo romagnola), comandato a bacchetta in ogni suo movimento e parola.
Mi chiedevo cosa spinge un ragazzo giovane ed in buona salute ad accoppiarsi con una simile balenotta signorina “quicomandoio”, ricca è vero, ma assolutamente insopportabile.
Ho incrociato il ragazzo in un paio d’occasioni e ho colto in lui un grido silenzioso, che nessuno riusciva a sentire (tranne me).
Per me, quel luogo meraviglioso, è stato una fuga dalla città. Per lui invece una gabbia. Dorata e con piscina, ma pur sempre una triste, luccicante prigione.