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lunedì 3 ottobre 2011

LOSING MY RELIGION...




Ultimamente rifletto molto sulla morte, la vita, l'eternita', la religione.
Io e mio padre, proprio ieri, ci siamo addentrati in una conversazione molto profonda su questi temi, spinti da mio figlio maggiore (8 anni) che ci ha chiesto che cosa fosse la "prima comunione".
Io, come ha fatto mio padre con me tanti anni fa, non ho battezzato i miei figli e neanche gli ho iscritti all'insegnamento della religione cattolica nelle aule scolastiche perche' ho sempre ritenuto "politicamente corretto" non influenzarli con le mie idee e quindi, lasciarli liberi, un giorno, di decidere a quale religione appartenere o non.
E proprio ieri, ribadendo il fatto che io e mio padre siamo atei e che non crediamo a niente dopo la morte, ho avuto una folgorazione improvvisa.
Ho "invidiato" un pò coloro che, invece, credono a qualcosa dopo la vita terrena, perche' (ora diro' una cosa forte) credere a babbo natale ha sempre il suo fascino e rende la vita sicuramente migliore di chi non crede affatto.
La religione è la piu' grande invenzione dell'uomo, per non impazzire al pensiero terribile che un giorno saremo cibo per i vermi. E poi piu' neanche quello.
Chi come me e mio padre è cosi' razionale vive la vita con spietata lucidita' e triste rassegnazione.
E allora mi sono chiesta:" E' giusto privare i miei figli di una "dolce" illusione, che potrebbe aiutarli a vivere un pò piu' serenamente?" Oppure è comunque una presa di giro, una visione irreale della vita?
Sinceramente non me la sento di mentire su una cosa cosi' importante.
E' meglio la piu' terribile verita' che la migliore bugia. Sempre e comunque.
E, allora, proprio ieri che mio padre festeggiava il suo compleanno, mi ha fatto un regalo: un libro intitolato "L'attimo fuggente e la stabilita' del bene" di Salvatore Natoli.
Un libro per menti libere, senza condizionamenti.
Buon compleanno caro babbo. Grazie del regalo.