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lunedì 8 ottobre 2012

Matrimonio I (don't) Love You!









Se c'è una cosa su cui sono diventata estremamente critica e pignola è la mia capacità di giudicare un matrimonio. Non un matrimonio nel senso di unione, ma proprio "l'organizzazione della festa".

Dalle partecipazioni al rinfresco, dall'abito degli sposi a quello degli invitati, dal colore delle tovaglie al cibo.

Sono diventata impietosa e fastidiosa, lo ammetto.

Ma, secondo me, organizzare un matrimonio non è affatto semplice. Meglio niente, dico io.

Se proprio è necessario (e comunque non ammetto che al giorno d'oggi due persone debbano sposarsi perchè la società o la famiglia lo impone) meglio una cerimonia a porte chiuse: sposo, sposa, testimoni, genitori. Stop.

I matrimoni "alla buona" non mi sono mai piaciuti. Quelli, tanto per fare un esempio, che vengono definiti "semplici" e "tanto per stare tutti insieme" li detesto.

Il matrimonio deve essere FASHION: elegante, prima di tutto. Gli sposi e gli invitati devono essere ben vestiti. Belle scarpe e accessori giusti. Sennò si resta a casa.

Idem per il cibo. Meglio offrire un bicchiere di champagne al primo bar sotto la chiesa o il municipio e tornarsene a casa, piuttosto che mega pranzi/cene con robaccia precotta.

La musica. Niente dj da "secondo-lavoro". Chiamare un gruppo dal vivo ha sempre il suo fascino e da un tocco rock che non guasta mai.

Infine la location: vi prego, gente, basta con questi casolari di campagna con i muri scrostati e le mosche che si posano sul piatto. Scegliete una villa, seria, col giardino all'italiana, coi camerieri in divisa e fiori che profumano. Oppure scegliete un locale chic, con un bell'arredamento, elegante e raffinato.

Altrimenti meglio nulla. Restatevene a casa. Fidatevi. Vi sposerete nella prossima vita.